Trekking
Cammini e percorsi nella natura incontaminata dei monti della Valle Roveto
I nostri trekking
Scalando le vette
della Valle Roveto
Tutti i cammini partono da Rendinara e raggiungono le vette dei Monti e i luoghi di principale interesse.
I percorsi sono principalmente per escursionisti esperti, ma il cammino turistico verso la Cascata Zompo dello Schioppo, adatto anche per famiglie, offrirà comunque a tutti la possibilità di concedersi un’esperienza unica nello scenario naturale della Valle Roveto.
Cammino per La Lota
DISTANZA: 7,5 km
DISLIVELLO: 900m
DIFFICOLTA’: EE per escursionisti esperti
Ti consigliamo questa ripida passeggiata se hai gambe allenate e ami fare trekking in montagna. Quasi interamente su mulattiera, questo sentiero di circa 11 chilometri ti catapulterà dalla maestosità delle faggete verso il dominio delle vette di Monte Ginepro e La Lota.
Cammino per
Monte Passeggio
DISTANZA: 10 km
DISLIVELLO: 1.150m
DIFFICOLTA’: EE per escursionisti esperti
Raccomandiamo questo itinerario a esperti delle camminate in montagna, a chi vuole immergersi tra la magie dei boschi e il silenzio della natura incontaminata. Una volta in cima al leggendario Monte Passeggio, goditi il panorama della Valle Roveto.
Cammino per
Pizzo Deta
DISTANZA: 12 km
DISLIVELLO: 1.100m
DIFFICOLTA’: EE per escursionisti esperti
Questo cammino, che parte su strada sterrata per proseguire su mulattiere immerse nel verde, è lungo circa 16 chilometri e ti porterà sul leggendario Monte Pizzo Deta. Da questo anfiteatro naturale i tuoi occhi godranno di una vista spettacolare che ti lascerà a bocca aperta.
Cammino per la cascata “Zompo lo Schioppo”
DISTANZA: 9 km
DISLIVELLO: 100m
DIFFICOLTA’: T – Turistico
Se ami il profumo della montagna, questa passeggiata fa per te! Questo sentiero, molto accessibile e in maggior parte su strada sterrata, da Rendinara ti condurrà alla maestosa cascata dello Schioppo, a Morino. Ricco di alberi variopinti, questo percorso ti permetterà di godere dei mille aromi sprigionati dalle diverse piante e di ascoltare il cinguettio degli uccelli. Se sei fortunato, ti potrebbe capitare di vedere il picchio dorsobianco, sottospecie molto rara e localizzata in poche aree dell’Appennino centro – meridionale, tra cui quella della Riserva Naturale «Zompo lo Schioppo».
Rendinara offre delle escursioni suggestive e in ambiente selvaggio. Dall’ingresso di Rendinara, si attraversa in auto il paese in direzione Area di Sant’Antonio, si supera la Cappella di Sant’Antonio Abate e si posteggia alla fine dell’asfalto. Da qui, proseguendo la tua escursione a piedi su strada sterrata, hai due alternative, che conducono entrambe a panorami incantevoli:
- andare verso sinistra alla volta delle vette più maestose dei Monti Ernici
- svoltare a destra verso il Vallone del Rio
- Intrapreso il percorso segnato con la tipica bandierina del CAI (rosso-bianco-rosso), dopo circa 1 km si giunge al Fontanile delle Prete strette, e a una vasca coperta in cemento recintato.
- Dal Fontanile delle Prete strette, se procedi a destra, su una mulattiera che prima va in discesa e poi in salita, puoi raggiungere il panoramico teatro del Colle Camillo, che dai suoi 1064 metri offre un belvedere straordinario del vallone del Rio sottostante, dei Monti Ernici sovrastanti, e di Rendinara.
- Dal Fontanile delle Prete Strette, se procedi dritto lungo la strada sterrata detta Costa Cotalonga, per poi seguire il percorso segnato che su mulattiera taglia tre tornanti della strada sterrata, sbucherai in un anfiteatro il cui paesaggio è davvero suggestivo: il Morrone In questo luogo molto isolato, puoi fermarti a fare un riposino, ascoltando i suoni dei numerosi animali presenti, tra i quali uccelli, scoiattoli e volpi, ma anche cavalli e mucche.
- Dal belvedere del Morrone Ciacciavitte, se attraversi la strada sterrata dal lato opposto inerpicandoti su una mulattiera abbastanza evidente ma mal segnata, potrai ammirare in sequenza lo spirituale Casarino di San Nicola ’ la maestosa Fossa ‘olle Seie la Fosse ‘o Caute, e infine il panorama mozzafiato dal belvedere delle Cese o’ Vardabasse. Da qui, proseguendo su strada mulattiera non segnata e poco visibile in alcuni momenti dell’anno, l’escursionista raggiunge le preziose distese verdi dell’Orto Centone.
- Dal terrazzo panoramico del Morrone Ciacciavitte, se si prosegue dritto sulla strada sterrata, superata la Fonte ogli’ Pisciareglie (Fonte del Pisciarello), dopo qualche tornante si giunge al Rifugio Fracassi (mt. 1321).
- Dal Rifugio Fracassi, abbandonando la strada sterrata e svoltando a destra (seguendo la direzione indicata da una freccia in legno), si scende rapidamente in un fosso e subito lo si risale. Al di là si materializza una traccia che dopo un breve tratto allo scoperto comincia a risalire, molto ripidamente, le Fosse o’ Fracass’. La traccia a terra è quasi sempre poco visibile, seguire le bandierine CAI. Si esce allo scoperto in una radura sotto la parete del Monte Ginepro. La traccia prosegue, poco visibile, ancora un po’ in piano, poi risale brevemente sulla destra e attraversa con un ampio semicerchio verso sinistra un enorme ghiaione, sbucando in cresta a mt. 1840, leggermente a destra del Vad’o ogli’ Brecciuse (Vado del Breccioso). Da qui l’escursionista arriva a Monte Passeggio (sinistra) o alla Lota (destra).
- Dal Rifugio Fracassi, proseguendo dritti per la strada la strada sterrata e seguendo il percorso CAI si sbuca nell’anfiteatro naturale delle Mandricchie. In primavera e in estate l’altopiano delle Mandricchie è dipinto dal verde dei prati e dai colori vivaci dei fiori, mentre in autunno e in inverno da qui puoi ammirare lo spettacolo del foliage dei faggi e la prima neve. Da qui si ha una vista fantastica dei rilievi più maestosi dei Monti Ernici, ma anche, dal lato opposto, dei Monti Cantàri.
Seguendo il percorso segnato, dalle Mandricchiesi susseguono antichi boschi di faggio ed affascinanti distese erbose (dette ‘fosse’). Chi cammina per questo percorso rimane suggestionato dai suoi colori, dal profumo delle foglie e anche dal profondo silenzio! Si attraversano prima le Fosse ‘oglie Garibaldine
(Fosse dei Garibaldini) e poi le Fosse ‘olle Pratella
(Fosse delle Pratella), con le loro leggende e i loro segreti.
Dalle Fosse ‘olle Pratella, salendo ancora più su sul sentiero segnato dal CAI si domina prima la cresta del Monte Pratillo, si apre poi ai nostri occhi quello che i rendinaresi chiamano Balle Maceglie, noto anche come ‘Vado di Peschio Macello’. Questo vallone deve forse il suo nome al suo carattere selvaggio e indomito; infatti, “Maceglie” potrebbe indicare la strage di animali che il vallone determinava, specialmente quando era ghiacciato. Balle Maceglie permette all’escursionista di godersi il magnifico ambiente circostante dove spicca, per la sua sagoma aguzza, il Pizzo Deta.
- Inerpicato tra le vette dei Monti Ernici, tra storia, mito e leggenda c’è l’Orto Centoneanche noto come ‘Orto Centauro’. Si ha notizia che sin dal 1600 monaci ed erboristi si recavano in questo luogo ricco di fiori variopinti e di aromi sprigionati dalle diverse piante in cerca di erbe medicinali. Questo luogo è accessibile facilmente all’escursionista che dalle Fosse ‘olle Pratella viri nella direzione opposta del percorso che porta a Balle Maceglie.
- Intrapreso il percorso che su strada sterrata va verso destra, dopo qualche minuto si giunge alla Fonte Mainome, uno dei fontanili più affascinanti e apprezzato dai rendinaresi. Proseguendo il cammino su strada sterrata, si apre agli occhi dell’escursionista un paesaggio variopinto dai colori di madre natura e un belvedere mozzafiato, sia sulla sottostante Valle Roveto sia sugli adiacenti Monti Simbruini. Questo sentiero, un tempo circondato da terreni agricoli coltivati a granturco, grano, patate, fagioli e altri prodotti, oggi è dominato da una natura splendida e selvaggia allo stesso tempo. Lungo questo sentiero, incontrerai un variegato bosco misto, composto dagli antichi castagneti e querceti, ma anche dalle maestose faggete; più rare le conifere, come il pino mugo e il pino nero.
- La strada sterrata prosegue all’incirca per cinque chilometri in piano; seguendola si potrà andare a visitare l’Orto di S. Ermete, il luogo in cui S. Ermete pregava e faceva penitenza, luogo sacro e venerato dai rendinaresi. Proseguendo il cammino su strada sterrata, dall’Orto di S. Ermetesi raggiungono in successione la Fonte del Pretee le Pianella, tra castagneti colmi di storia e ricchi di tradizione. Tra settembre e novembre vi è in questi luoghi una tradizione antica e mai tramontata: la raccolta delle castagne, tra cui la castagna roscetta. Ci ricordano i rendinaresi che nel passato ogni famiglia possedeva due o più piante di castagno dalle quali raccogliere i dolci frutti fino al 2 novembre (la commemorazione dei defunti); dal 2 novembre ogni persona era libera di cogliere castagne da qualsiasi pianta, anche se non di sua proprietà.
- Infine, se si svolta a destra, inerpicandosi in salita su strada mulattiera si raggiunge il solitario Vad’o ‘oglie urse. Il valico ‘vado dell’orso’ è un sentiero che dalla strada sterrata che stiamo percorrendo ci consente di arrivare alla vetta dei Tre Frati e il Prat’ Ruscie (Prato Rosso). Il nome attribuito a questa antica mulattiera testimonia il carattere inaccessibile, angusto e selvaggio di questo sentiero. Tali peculiarità garantiscono a questo luogo la ricchezza di funghi: nei primi mesi autunnali dopo le piogge, brulicano i funghi a mensola (che colonizzano i tronchi dei faggi provocando la marcescenza del legno) e molte specie commestibili come i porcini, i chiodini e i galletti.